Rita Borsellino: «Lo Stato è assente»

Fonte: corriere.it

La sorella del giudice assassinato: «Non bastano le corone di fiori per dare omaggio alle vittime della mafia»



PALERMO - Ricordi e polemiche. Messaggi e accuse. A 17 anni dalla strage di via D'Amelio, magistrati e cittadini a Palermo, Paolo Borsellino e la sua scorta. I familiari del giudice , però, accusano: «Non bastano le corone di fiori per dare omaggio alle vittime di mafia». In particolare è la sorella Rita a puntare il dito contro «l'assenza dello Stato che avrebbe dovuto essere presente nonostante le possibili contestazioni, raccogliendole e confrontandosi con la città che ricorda e che non vuole dimenticare». E si chiede: «Per chi sono i messaggi di Riina?»

IL RICORDO- Un anniversario all'insegna delle polemiche. . Domenica mattina la commemorazione e nel pomeriggio un corteo. Poi in serata la fiaccolata. Nel mirino «l'assenza della politica». Già perché sul palco (fatta eccezione per l vicepresidente della Commissione nazionale antimafia Giuseppe Lumia e, nel primo pomeriggio, la neoeletta eurodeputata dell'IdV Sonia Alfano), solo familiari e associazioni. Presente Paolo Grasso, il procuratore nazionale antimafia, secondo cui «le ipotesi devono necessariamente essere riscontrate». E ha commentato la nuova pista seguita dal dda di Caltanisetta che vede dietro l'uccisione del giudice Paolo Borsellino, l'ombra di apparati deviati dello Stato. E quindi Antonio di Pietro che sul suo blog ha scritto: «La mafia non ha più bisogno di ricorrere alle stragi degli anni novanta, non perchè ci sia stato un patto con le istituzioni, ma perchè queste due entità «si sono mescolate inestricabilmente».

MESSAGGIO DI NAPOLITANO- Paolo Borsellino, un eroico protagonista della battaglia per la legalità e la difesa dello Stato democratico. La sua dedizione e passione civica rappresenta «eredità preziosa per la mobilitazione della società civile - e in specie delle nuove generazioni - nell’opporsi e reagire alle intimidazioni e agli attacchi della criminalità». Nel 17esimo anniversario dell’attentato di via D’Amelio a Palermo il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato alla signora Agnese Borsellino un messaggio in ricordo del giudice. «A diciassette anni dal tragico attentato di via D’Amelio, rendo commosso omaggio alla memoria del giudice Paolo Borsellino e degli agenti addetti alla sua sicurezza, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina. Paolo Borsellino - scrive il Capo dello Stato - fu eroico protagonista della battaglia per la legalità e la difesa dello Stato democratico, con la quale si era pienamente identificato, e sapiente costruttore di validi presidi giuridici e istituzionali capaci di contrastare efficacemente la criminalità organizzata. Così l’ho ricordato insieme a Giovanni Falcone, a Palermo, il 23 maggio scorso, come esempio di abnegazione fino all’estremo sacrificio nella lotta contro le forze del crimine, della violenza, dell’anti-Stato. La memoria della sua dedizione e passione civica - prosegue Napolitano - resta indelebile in tutti e rappresenta eredità preziosa per la mobilitazione della società civile - e in specie delle nuove generazioni - nell’opporsi e reagire alle intimidazioni e agli attacchi della criminalità. Con affetto e solidale partecipazione sono vicino a lei, ai suoi figli e ai familiari delle giovani vittime della strage, rinnovando la gratitudine dell’intero paese».

I MINISTRI- «Il modo migliore di onorare la memoria del giudice Paolo Borsellino è quello di dare rapida e completa attuazione alle nuove norme antimafia contenute nel Provvedimento sulla sicurezza appena promulgato dal Capo dello Stato», ha spiegato, in una nota, il ministro dell'Interno Roberto Maroni. Mentre il Guardasigilli Angelino, sempr ein una nota, ha ricordato Paolo0 Borsellino come «un eroe senza tempo che ha contribuito a emancipare le coscienze dei siciliani».

L'ANNIVERSARIO - Intanto un centinaio di persone hanno partecipato alle manifestazioni organizzate, in via D'Amelio, a Palermo, dal comitato antimafia «19 luglio 2009». Pochissimi i palermitani presenti. E proprio la scarsa adesione della gente ha suscitato la reazione dei manifestanti che hanno gridato, dal palco allestito nella via in cui fu piazzata l'autobomba che assassinò il magistrato: «vergogna, vergogna». Gli organizzatori avevano invitato gli abitanti dei palazzi di via D'Amelio ad esporre lenzuoli bianchi alle finestre; ma l'appello non è stato accolto e le serrande di molti appartamenti sono rimaste abbassate. Alla dura protesta del comitato ha risposto, però, Rita Borsellino, sorella del giudice ucciso, che, scesa in strada dalla casa della madre, ha replicato: «Ci vuole più coraggio a restare qui ogni giorno, che scendere in piazza solo per le commemorazioni». Alla manifestazione partecipano i ragazzi dell'associazione calabrese "Ammazzateci tutti" e gruppi scout di tutta Italia che la notte scorsa hanno fatto una veglia in via D'Amelio. Sul palco si sono alternati Salvatore Borsellino, fratello del magistrato, e semplici cittadini che hanno ricordato la figura del giudice.

LE INDAGINI- «Le ipotesi devono necessariamente essere riscontrate. La verità passa anche attraverso filoni investigativi che però vanno verificati». Così il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, a Palermo per il diciassettesimo anniversario della strage di via D'Amelio, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulla pista investigativa, seguita dalla dda di Caltanissetta, che vede dietro l'uccisione del giudice Paolo Borsellino, l'ombra di apparati deviati dello Stato. «Il fatto che siano stati messi in discussione alcuni punti che sembravano fermi - ha aggiunto - mi sembra positivo. Ora si cerca di capire se ci sono ancora delle zone d'ombra. Noi, comunque, andiamo avanti, con la coscienza di fare tutto il possibile».

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