MISSIONE DI PACE ITALIANA: Herat, militari italiani sparano Uccisa bimba di 13 anni, tre feriti

Afghanistan, il convoglio ha incrociato una Toyota Corolla che non si è fermata all'alt. Lo zio della vittima era al volante: "Non abbiamo visto il blindato perché pioveva".
Rosato, parlamentare Pd, era a Herat: "Hanno sparato ma non si sono fermati".
Inchiesta congiunta della polizia afgana e dei nostri carabinieri.

di BRUNO PERSANO

Fonte: repubblica.it

HERAT - Una bambina afgana di 13 anni è morta uccisa dai colpi di mitragliatore sparati da un blindato italiano di pattuglia nella zona occidentale dell'Afghanistan. Secondo l'Esercito, la macchina non si è fermata all'alt dei militari; secondo lo zio della bambina uccisa, al volante dell'auto, stamane pioveva molto in quella zona e se non si è fermato è perchè ha "visto le luci quando era troppo tardi".

Viaggiavano per assistere ad un matrimonio. La famiglia di afghani stava andando ad Herat per assistere ad un matrimonio. Viaggiavano, lo zio, la bambina ed altre tre persone rimaste ferite, su una Toyota Corolla, una delle macchine maggiormente segnalate come possibili autobomba, lo stesso modello di auto sulla quale sedevano Nicola Calipari e la giornalista Giuliana Sgrena, quando una raffica partita da un blindato americano uccise il funzionario dei Servizi segreti ad un check point sulla strada per l'aeroporto di Bagdad, il 4 marzo 2005.

La ricostruzione dell'Esercito. Secondo la ricostruzione del generale Rosario Castellano, comandante del contingente, una pattuglia italiana composta da tre mezzi ha incrociato l'auto che procedeva in senso opposto alle 11 ora locale, a quattro chilometri a sud di Camp Arena, la base dove ha sede il comando regionale della zona ovest dell'Afghanistan. La pattuglia italiana ha adottato le procedure previste: avvertimento con la mano, con un grido, lampeggiando con gli abbaglianti, infine sparando colpi in aria. Ma la Corolla ha continuato a procedere a forte velocità verso la pattuglia italiana. Giunta a meno di dieci metri dal blindato italiano, il mitragliere ha fatto fuoco prima sul terreno poi contro la vettura.

"Non ho visto il blindato per colpa della pioggia". Lo zio della bambina, Ahmad Wali, era alla guida del veicolo ed è rimasto ferito dai vetri infranti: "Pioveva e la visibilità era molto scarsa: all'improvviso, ho visto delle luci davanti a noi ed è apparso un convoglio di soldati stranieri", ha detto Wali. "Quel che ho visto subito dopo è stato che la metà della faccia di mia nipote era scomparsa, che sua madre era ferita al petto e che il mio volto era macchiato di sangue a causa delle schegge".

Le foto della macchina
. Le foto diffuse dalle agenzie, mostrano il sedile posteriore della Corolla dove sedeva la bambina macchiato di sangue, ma soprattutto, mostrano il lunotto posteriore dell'auto infranto ed un foro sul montante del portellone posteriore come se il colpo fosse stato esploso quando la macchina aveva già superato il blindato. Il parabrezza anteriore della Corolla, per quanto è possibile vedere dalle immagini, sembra intero.

Inchiesta della Procura militare di Roma. I carabinieri di stanza ad Herat hanno inviato alla Procura militare di Roma, competente ad indagare su fatti che coinvolgono soldati italiani all'estero, un primo rapporto, mentre un'inchiesta è stata aperta anche dalla polizia afghana. Un'altra indagine vede coinvolti i carabinieri italiani e la polizia afghana: da valutare il racconto dei militari i rapporto ai colpi trovati sulla macchina e sulla sua posizione.

Bartolini: "Dobbiamo capire cos'è successo". "Il generale Marco Bartolini, numero 2 della missione in Afghanistan, non si dà pace: "E' la cosa più triste che potesse succedere. Noi siamo qui per il bene del popolo afghano. Questa tragedia non rovinerà i rapporti, non giudicate questo incidente come se fosse avvenuto a Roma, in questa zona siamo continuamente sotto attacco".

"Hanno sparato ma non si sono fermati". Ettore Rosato, parlamentare del Pd, stamane è atterrato nella provincia insieme ad una delegazione della Camera in visita in Afghanistan per incontrare le truppe e verificare gli investimenti nelle strutture civili finanziati dall'Italia. "Il generale Bertolini, capo di stato maggiore del comando internazionale Isaf in Afghanistan - riferisce Rosato - ha detto che la pattuglia di soldati non si è accorta di aver ferito alcuno. Ha incrociato la macchina, sparato e poi ha proseguito la marcia. I soldati non si sono fermati: forse è una consuetudine da seguire in casi del genere. Sta di fatto che la notizia della morte della bambina è arrivata parecchio tempo dopo al comando. Di certo, morti come queste fanno soffrire molto e allontanano il raggiungimento della pace. Posso testimoniare che grande importanza viene riservata dai nostri militari ai rapporti con i civili - ha detto Rosato - ma non possiamo dimenticare che qui in Afghanistan siamo in guerra".

Il cordoglio di Frattini e La Russa. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha espresso il suo profondo dolore per il destino di vittime innocenti di una tragica situazione che, purtroppo, estremisti e terroristi hanno creato in quel Paese. "Dolore e rammarico" è stato espresso anche dal ministro della Difesa Ignazio La Russa.
(3 maggio 2009)

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