I piani segreti del governo per colpire Sky (e la Rai)


Fonte: teleipnosi.blogosfere.it


Ne abbiamo già parlato, tra i primi e i pochi, proprio qua su Teleipnosi: la Rai, costretta dalle ennesime esigenze personali e politiche di Silvio Berlusconi, ha deciso di ritirarsi dall'offerta Sky rinunciando a 350 milioni di euro, visibilità, pubblicità, audience (la presenza sul satellite valeva il 6 per cento di share in più) e mettendo a rischio circa 120 posti di lavoro.



Ma c'è di più, il governo infatti sarebbe intenzionato a rivedere il Contratto di servizio che obbliga la televisione di stato ad essere presente, con i suoi canali in chiaro, su tutte le piattaforme disponibili (quindi: analogico, digitale e satellite). In parole povere si punta a cancellare Rai uno, Rai due e Rai tre dal bouquet Sky.



L'operazione consentirebbe a Silvio I, imperatore d'Italia e dell'etere, di cogliere i proverbiali due piccioni con una fava: da un lato colpirebbe l'odiata Sky del nemico Murdoch e dall'altro favorirebbe la sua azienda (che non ha nessuna intenzione di rinunciare al satellite) nella concorrenza contro i suoi principali competitori.



Il vantaggio per Mediaset in realtà sarebbe duplice: in primo luogo, come detto, lucrerebbe sull'ennesimo indebolimento della tv pubblica e poi avrebbe la possibilità di vendere la propria offerta Premium (i canali a pagamento del Biscione) ai milioni di abbonati Sky costretti a comprarsi il decoder del digitale terrestre per captare i canali della Rai.



Tra l'altro, ciliegina sulla torta, uno dei maggiori distributori dei decoder per la televisione digitale è il fratellino del premier, Paolo Berlusconi, anche se a dire il vero la società in questione - la Solari.com - risulta in liquidazione, almeno a leggere il sito ufficiale.



Beh quantomeno di questo governo è ammirevole la coerenza: non c'è mai stata occasione in cui gli interessi degli italiani siano venuti prima di quelli del presidente del Consiglio. E la coerenza, si sa, in politica paga.
(Nella foto: Mauro Masi, direttore generale della Rai, il nuovo yes man messo da Berlusconi alla guida di Viale Mazzini).

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